Associazione che si prefigge di promuovere con urgenza la ricerca di un trattamento efficace e di una cura della linfangioleiomiomatosi

Studio clinico su un nuovo farmaco per la Linfangioleiomiomatosi

Olga Torre, Sergio Harari

 

La Linfangioleiomiomatosi (LAM) è una malattia rara multisistemica che colpisce quasi esclusivamente donne in età adulta. La malattia determina la formazione di cisti polmonari (Figura), spesso associate ad angiomiolipomi renali e coinvolgimento del sistema linfatico. La LAM può essere sporadica oppure insorgere in pazienti affette da Sclerosi Tuberosa. L’andamento della malattia è variabile; nei casi di maggiore gravità si può progredire fino ad una severa compromissione della funzione respiratoria. Ad oggi l’unica terapia che si è dimostrata efficace per il trattamento della LAM e delle possibili complicanze sono gli inibitori di mTOR (sirolimus ed everolimus). Il sirolimus in particolare è stato approvato per la terapia della malattia dalla Food and Drug Administration (FDA) negli Stati Uniti nel 2014, mentre è riconosciuto dall’European Medicines Agency (EMA) come farmaco “orfano”, cioè un farmaco utile per il trattamento di una malattia rara debilitante. Il sirolimus è efficace nello stabilizzare la funzione respiratoria ma non guarisce la malattia; alla sospensione del farmaco, infatti, il declino della funzione respiratoria riprende. Inoltre una certa percentuale di pazienti non riescono a tollerare la terapia a causa di effetti collaterali; in alcune pazienti, infine, dopo una iniziale stabilizzazione del quadro respiratorio si può osservare una ripresa del peggioramento funzionale. 
L’Unità Operativa di Pneumologia dell’Ospedale San Giuseppe di Milano si occupa da molti anni della LAM sia per gli aspetti clinici che includono la diagnosi e il trattamento della malattia e delle sue complicanze sia per quanto riguarda la ricerca. Da circa 3 anni, inoltre, insieme ad un team multidisciplinare sviluppato nella stessa struttura con altri specialisti gestisce un centro dedicato alla LAM e alla TSC dell’adulto. Nell’ambito della ricerca di nuovi farmaci per la LAM, il nostro centro ha avviato da ottobre 2017 uno studio clinico sperimentale sull’uso del nintedanib, approvato da AIFA. Questo farmaco agisce inibendo l’azione di alcuni fattori di crescita cellulare ed attualmente è usato per il trattamento della fibrosi polmonare e di alcune neoplasie. Scopo dello studio è di valutare l’efficacia e la sicurezza del nintedanib per il trattamento di pazienti affette da LAM in fase di progressione di malattia. Lo studio prevede l’arruolamento di 30 pazienti che saranno trattate con il farmaco per 12 mesi, seguiti da 12 mesi di follow-up dopo la sospensione della terapia. Lo studio è “in aperto” ovvero sia il lo sperimentatore che il paziente sono a conoscenza di cosa si sta somministrando e non prevede un gruppo placebo, pertanto tutte le pazienti sono trattate con il farmaco. L’obbiettivo primario è la valutazione della riposta funzionale respiratoria misurata come il cambiamento del FEV1 (volume espiratorio forzato al primo secondo) durante il periodo di trattamento. Inoltre, saranno valutati anche altri aspetti, quali il tasso di declino di altri parametri funzionali (FVC e DLCO), la proporzione di pazienti che raggiungeranno la stabilizzazione della funzione respiratoria, la tollerabilità e la sicurezza del farmaco, la riduzione di volume degli angiomiolipomi renali, la riduzione dei livelli di VEGFD sierico, la presenza di cellule LAM circolanti nel sangue e il miglioramento della qualità di vita misurata con 2 diversi questionari. 
Può essere partecipare allo studi clinico chi non ha tratto benefici dalla terapia con sirolimus mostrando nell’ultimo anno un progressivo declino funzionale respiratorio, chi ha presentato effetti collaterali per cui ha dovuto sospendere la terapia con sirolimus, chi non ha mai assunto alcuna terapia e presenta un progressivo declino della funzionalità respiratoria nell’ultimo anno. Possono essere incluse nello studio pazienti adulte con diagnosi certa di LAM sporadica o associata a sclerosi tuberosa non in trattamento o già in terapia con sirolimus che mostrino una riduzione del FEV1 del 10% e/o di 80mL o più nell’ultimo anno oppure pazienti con effetti collaterali o tossicità da sirolimus. In caso di pazienti già in terapia con sirolimus, il farmaco dovrà essere sospeso da almeno un mese prima di iniziare il trial con nintedanib. Tutte le pazienti devono essere in grado di eseguire correttamente le prove di funzionalità respiratoria. I criteri di esclusione per la partecipazione allo studio comprendono la presenza di versamenti chilosi, di angiomiolipoma con diametro > 5 cm, la terapia ormonale in corso, una storia di pneumotorace, versamento chiloso, angiomiolipoma complicato da sanguinamento negli ultimi 6 mesi, recenti eventi trombotici, la presenza di patologie epatiche, di cardiopatia ischemica o di grave insufficienza renale. La gravidanza e l’allattamento rappresentano un ulteriore criterio di esclusione.
Il farmaco è erogato gratuitamente dall’U.O. di Pneumologia dell’Ospedale San Giuseppe di Milano che è il proponente dello studio e che supporta le pazienti in tutto il percorso. Le pazienti partecipanti ritirano il farmaco presso il centro e vengono seguite con visite ed esami a cadenza trimestrale per il periodo di trattamento e poi altre due volte nei 12 mesi successivi la sospensione del farmaco.